In poche centinaia di metri si susseguono Gazzetta, Rino, l’accogliente Retrobottega di Pietro Russano (prossimamente sugli schermi GG) e il più hipster di tutti al momento, il Septime di Bertand Grébaut.
E’ facile quindi, soprattutto per il viaggiatore per gola, mettersi alla ricerca –sui soliti supporti web- di un piccolo boutique hotel in zona e farsi incuriosire da questo scrigno candido e raccolto.
Certo, i grandangoli sono il rischio più grande in questo percorso, e il risultato finale è quello di trovarsi in un guscio d’immacolato e kubrickiano candore, nel quale però lo spazio è davvero centellinato al millimetro.
Nella mia doppia uso singolo ho dovuto muovere con grande circospezione la mia modesta mole e il risicato bagaglio, soprattutto per cercare d’evitare l’allagamento dell’intera stanza dopo aver usato la doccia, incomprensibilmente collocata all’ingresso, con solo una tenda (di che colore? Indovinate) a separarla dal resto dello spazio.
Lo staff, decisamente accogliente e gentile per gli standard parigini e il wi-fi gratuito, contribuiscono a rendere l’esperienza più gradevole, ma la pluriennale ricerca del mio hotel ideale nella ville lumière ancora non è arrivata alla fine.
Da consigliare solo ai magrissimi, in crisi di nostalgia del Korova milk bar.
L'articolo Parigi: BLC Design Hotel sembra essere il primo su Gazzetta Gastronomica.